Dicembre 22, 2015
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1500 KCAL IN PIU’ AL GIORNO, I CONSIGLI PER RIMEDIARE

Quanto pesa il Natale sulla nostra salute? In media 2 chili, ma può arrivare fino a 5. Di tanto, infatti, può aumentare il nostro peso a causa degli ‘stravizi’ alimentari che ci concediamo durante le feste. A dirlo è uno studio realizzato dal sito In a Bottle (www.inabottle.it) su 70 esperti tra nutrizionisti, dietologi e medici generici. Questo aumento di peso, secondo gli specialisti, è solo in parte dovuto a pranzi e cenoni: ad influire sono soprattutto “la cattiva abitudine di mangiucchiare durante l’intero arco della giornata (66%), ma anche il trascurare ogni principio di sana alimentazione e corretta idratazione (42%)”. Comportamenti scorretti che sarebbero dettati dal tentativo di combattere la noia (55%), dalle lunghe ore passate davanti alla TV (53%) e “dalla voglia di lasciarsi andare dopo lo stress accumulato durante l’anno (38%)”. Tutte cose che inducono gli italiani, in media, ad assumere 1.000-1.500 kilocalorie in più al giorno, su una dieta consigliata di 2.000 in totale. Per il 65% degli esperti non è necessario “né lanciarsi in una rigida dieta, né rinunciare del tutto a festeggiare: molto meglio tornare per gradi ad una sana alimentazione e reintrodurre nel proprio organismo tutti quegli elementi, come frutta e verdura, che durante le abbuffate natalizie vengono un pò trascurati”. Tra i consigli c’è anche quello di non saltare la colazione, di limitare i cibi dolci, di preferire l’acqua alle bevande caloriche e di praticare attività fisica.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 21.12.2015
Dicembre 18, 2015
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STUDIO CORREGGE IL PESO DELLE IPOTESI SULLA CASUALITA’

Il cancro è soprattutto il risultato di fattori esterni al corpo umano, come fumo e radiazioni Uv. Ambiente e stili di vita contano cioè per il 70%-90% nello sviluppo dei principali tumori. I fattori interni, cioè il modo in cui il corpo funziona e il rischio di mutazioni casuali del Dna delle cellule staminali, hanno invece un peso solo del 10-30%. A ‘correggere’ quella che era stata ribattezzata l’ipotesi della ‘sfortuna’, sostenuta a inizio 2015 da due ricercatori della John Hopkins, è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature da studiosi della Stony Brook University di New York.
Secondo la ricerca della Johns Hopkins i due terzi dei tumori sono causati da mutazioni casuali del Dna delle cellule staminali, con un apporto minimo o nullo al rischio da parte di stili di vita o cause ereditarie. Una tesi che ha subito scatenato una sequela di polemiche e critiche. In questo nuovo studio i ricercatori della Stony Brook affrontano il problema con metodi diversi, utilizzando modelli informatici, dati statistici e approccio genetico. Sono così arrivati alla conclusione che il 70-90% del rischio per i principali tipi di tumore è dovuto a fattori ‘esterni’ al nostro corpo, come fumo o radiazioni solari, mentre i fattori di rischio intrinseci contano per il 10-30%. L’accumulo di mutazioni interne non è sufficiente, per i ricercatori, a giustificare il rischio di cancro osservato, che è invece fortemente influenzato da fattori esterni, ambientali e di abitudini. Il che, concludono, chiama in causa l’importanza della prevenzione e degli stili di vita.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 17.12.2015
Dicembre 16, 2015
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RICERCA IN-CNR, “EFFETTO ANSIOGENO E’ ADDIRITTURA MAGGIORE”

Il vapore della sigaretta elettronica non è innocuo, anzi, crea una forte dipendenza e aumenta l’effetto ansiogeno “addirittura piu’ di quello di una normale sigaretta”. A dimostrarlo, uno studio di un gruppo di ricercatori italiani guidato dall’In-Cnr e dell’Università Statale di Milano, che ha analizzato gli effetti neurochimici e comportamentali dei vapori di nicotina assunti attraverso la sigaretta elettronica. Lo studio è pubblicato sulla rivista European Neuropsychopharmacology. Gli studiosi, coordinati da Cecilia Gotti, dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr), Francesco Clementi, di In-Cnr e Università Statale di Milano, e da Mariaelvina Sala, Università Statale di Milano, in collaborazione con Michele Zoli dell’Università di Modena e Reggio Emilia, hanno confrontato gli effetti dell’inalazione del fumo di tabacco con quelli dei vapori di nicotina da sigaretta elettronica. Dall’analisi e’ emerso un maggior aumento dell’ansia e dei comportamenti compulsivi nel caso di sospensione del vapore di sigaretta elettronica, osservabile anche dopo lungo tempo dall’interruzione: “Questo indica che nel fumo di tabacco e nel vapore di sigaretta elettronica sono presenti, oltre alla nicotina, composti finora non identificati che possono provocare queste diverse risposte”, spiegano i ricercatori. I ricercatori sottolineano infine che le sostanze aggiunte nel vapore di nicotina delle sigarette elettroniche non sono note né codificate e che sarebbe pertanto necessario predisporre regole e controlli, affinché le sigarette elettroniche rappresentino una vera alternativa al fumo di sigaretta convenzionale piuttosto che un pericolo ancora ignoto.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 15.12.2015
Dicembre 10, 2015
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IMMUNONCOLOGIA RISORSA CONTRO MIELOMA, AUMENTA SOPRAVVIVENZA.

Globuli rossi
L’immunoncologia, che ‘risveglia’ il sistema immunitario contro il cancro, rappresenterà il ”cardine” contro i tumori del sangue. Ne sono convinti gli ematologi, per il 98% dei quali le molecole immononcologiche innovative sono una risorsa perchè offrono speranze di lungo-sopravvivenza (69%) e rallentano la progressione della malattia (23%), senza dimenticare l’impatto sulla qualità di vita grazie all’assenza di tossicità. Ma, avvertono gli specialisti, servono più fondi per la ricerca. Questi i principali risultati del sondaggio condotto lo scorso novembre a cui hanno risposto circa 250 ematologi, presentati al Senato in un incontro dedicato alle ‘Nuove frontiere dell’ematologia e la sfida della sostenibilità. Le prospettive offerte dall’immuno-oncologia’. La qualità dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese, spiega Fabrizio Pane, Presidente della Società Italiana di Ematologia (SIE), ”si colloca sopra la media OCSE, anche se i livelli di spesa sanitaria sono inferiori ad altri Paesi”. Infatti, la sanità costa agli italiani l’8,8% del Pil, molto meno che agli olandesi (11,1%), ai tedeschi (11%), agli svedesi (11%), ai francesi (10,9%), e la metà che ai cittadini statunitensi (16,4%). La sfida della sostenibilità, avverte, ”può però essere vinta solo grazie all’innovazione, che permette di evitare l’uso non appropriato dei farmaci e spesso determina benefici economici a lungo termine”. L’immunoncologia, affermano gli esperti, sta evidenziando risultati importanti nel mieloma multiplo, un tumore del sangue che ogni anno in Italia colpisce circa 4.500 persone.In particolare la nuova molecola sperimentale elotuzumab ha ridotto in maniera significativa il rischio di progressione della malattia e ha dimostrato un aumento relativo del 44% della sopravvivenza libera da progressione della malattia. Complessivamente ogni anno circa 28mila italiani sono colpiti dai tumori del sangue, ma sono decisamente migliorati i tassi di guarigione. Per questo, sottolinea Mario Boccadoro, Direttore Dipartimento di Oncologia ed Ematologia, Città della Salute e della Scienza di Torino, ”è essenziale identificare nuove armi che consentano non solo un prolungamento della sopravvivenza ma anche una buona qualità di vita. In questo senso le prospettive offerte dalla immunoncologia sono davvero importanti”. Dello stesso parere Michele Cavo, Direttore Istituto di Ematologia e Oncologia Medica Università degli Studi-Policlinico S.Orsola-Malpighi Bologna, secondo il quale ”i farmaci immunoncologi aprono nuove prospettive di terapia, sia per il loro meccanismo d’azione che permette di controllare con più efficacia la malattia, che per l’ottimo profilo di tossicità che li rende ‘partner’ ideali di altre terapie target”. A sottolineare però la necessità di una maggiore informazione sui progressi ottenuti è Laura Del Campo, responsabile Affari Generali della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO): ”Le iniziative di informazione – rileva – dovrebbero essere indirizzate non solo ai clinici ma anche ai pazienti”.
Un’esigenza confermata dagli ultimi dati Censis, sulla base dei quali per un italiano su due (54,3%) i nuovi farmaci rappresentano le innovazioni tecnologiche e sociali che daranno maggiore impulso al cambiamento della vita in Italia nel prossimo futuro.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 10.12.2015
Dicembre 10, 2015
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STUDIO, RISCHIO MALATTIA POLMONI; PRODUTTORI, LIQUIDI FUORI UE

Il 75% delle sigarette elettroniche ‘aromatizzate’ in commercio potrebbe contenere una sostanza chimica legata a una malattia dei polmoni, la bronchiolite ostruttiva. Lo afferma uno studio dell’università di Harvard pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives. La sostanza pero’, ha assicurato l’ANAFE-Confindustria, l’associazione che riunisce i produttori nazionali di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione, riguarda liquidi per sigarette elettroniche prodotti fuori dall’Italia e dall’Unione Europea. I ricercatori hanno testato 51 tipi di sigarette o di liquidi riempitivi, scelte in base al loro ‘appeal’ per i più giovani.
Ognuno è stato messo in una camera stagna e collegato a un dispositivo che aspirava aria per 8 secondi. L’analisi dei prodotti della combustione ha rivelato che 39 campioni su 51 contenevano diacetile, una sostanza tossica associata alla malattia polmonare nei lavoratori esposti per lungo periodo.
Estendendo l’analisi a acetoina e pentanedione, altri due prodotti profumanti legati a malattie professionali, è emerso che almeno una delle tre sostanze era presente in 47 dei 51 campioni. “Molte delle preoccupazioni riguardo alle sigarette elettroniche sono sulla nicotina – sottolinea David Christiani, uno degli autori -, ma c’è ancora molto che non sappiamo su questi dispositivi”. ”I liquidi prodotti nel continente sono sottoposti a controlli ed analisi stringenti, ed in particolare quelli italiani non solo rispettano tutte le norme, ma presentano valori sul contenuto enormemente inferiori alle soglie massime previste dalle regole UE in vigore”, replica ANAFE-Confindustria, riaffermando il totale rispetto della normativa e degli standard riconosciuti e condivisi a livello italiano ed europeo, e dichiarandosi anche favorevole all’intensificazione dei controlli sui liquidi per sigarette elettroniche e sulle sostanze che li compongo prima della loro immissione nel mercato nazionale.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 09.12.2015