Scoperti geni che “proteggono” alcuni fumatori da malattie

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ECCO PERCHE’ LORO POLMONI SEMBRANO “SANI” DOPO ANNI DI FUMO

Risolto il ‘mistero’ per cui alcune persone, pur essendo dei fumatori, hanno i polmoni sani. La spiegazione sta nella mutazione di alcuni geni che migliorano le funzioni polmonari e ‘coprono’ l’impatto del fumo. A scoprirlo alcuni ricercatori del Medical Research Council che hanno pubblicato la loro ricerca sulla rivista Lancet respiratory medicine. Analizzando il Dna di 50mila volontari e mettendo a confronto fumatori e non fumatori malati di broncopneumopatia cronica ostruttiva (‘bpco’ che provoca affanno, tosse e infezioni al petto), i ricercatori hanno scoperto alcune parti del nostro Dna che riducono il rischio di sviluppare tale patologia.
In altre parole i fumatori con i ‘geni buoni’ hanno un minor rischio, rispetto a chi ha i ‘geni cattivi’ che è più predisposto. Lo studio però non ha preso in considerazione il rischio di malattie cardiache e tumori. ”Questi geni sembrano influire sul modo in cui i polmoni crescono e rispondono ai danni”, spiega Martin Tobin, uno dei ricercatori. ”Ma ciò non significa che c’è uno scudo magico che li protegge dagli effetti del fumo. Potrebbero avere dei polmoni meno sani di quelli che avrebbero avuto se non fossero stati fumatori.
La cosa migliore per proteggersi da bpco, cancro e malattie cardiache è smettere di fumare”. I ricercatori hanno anche scoperto parti del codice genetico più comuni nei fumatori che nei non fumatori, che sembrano alterare le funzioni del cervello e la facilità con cui si può diventare dipendenti dalla nicotina, anche se su questo punto servono delle conferme. Il risultato apre però la strada in prospettiva, conclude lo studio, allo sviluppo di nuove terapie.

da ANSA.IT Salute&Benessere del 30.09.2015

Tumori: la metà degli uomini ignora sintomi cancro prostata

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INDAGINE IN 10 PAESI, 35.000 CASI ATTESI IN 2015 IN ITALIA

Il tumore della prostata è la seconda forma più comune di cancro maschile nel mondo e la quinta causa di morte, correlata ai tumori, negli uomini. Più di 1,1 mln di uomini nel mondo hanno ricevuto una diagnosi della malattia nel 2012 e solo in Italia si attendono 35mila nuovi casi nel 2015. Eppure quasi la metà degli uomini (47%) ne ignora i sintomi in stadio avanzato e tre su 5 (59%) non sempre riconoscono che il dolore di cui soffrono potrebbe essere correlato alla malattia. È quanto emerge dall’indagine International Prostate CancerSymptomsSurvey, che ha coinvolto più di 1.200 persone, commissionata dall’International Prostate CancerCoalition in 10 Paesi con il supporto di Bayer Healthcare e presentata al Congresso europeo sul cancro (ECC) in corso a Vienna. In base all’indagine, inoltre, il 57% delle persone colpite dalla malattia in fase avanzata pensa di dover convivere con il dolore quotidiano e per il 34% parlarne fa sentire più deboli. Il tumore della prostata può non essere sintomatico nelle fasi iniziali, ma sintomi come dolore inspiegabile, difficoltà nel camminare o perdita del controllo vescicale possono manifestarsi quando la malattia progredisce. E questi disturbi dovrebbero indurre gli uomini a rivolgersi al proprio medico. Sulla base di tali risultati, ha dunque preso il via l’iniziativa educazionale mondiale di Bayer ‘Men WhoSpeak Up’ per individuare i sintomi del tumore prostatico avanzato. Ma la difficoltà di discutere dei sintomi, affermano gli esperti, può anche essere motivata culturalmente: più di un uomo su 3 (36%) in Europa e Asia afferma di non essere a proprio agio nel discutere con i medici, rispetto a soltanto un uomo su 10 (12%) negli Stati Uniti. E tuttavia un numero maggiore di pazienti europei presenta un tumore in stadio avanzato (72%) rispetto alla controparte statunitense (53%). Lo stadio del tumore prostatico è uno dei più importanti fattori nel determinare le opzioni di trattamento e le prospettive di recupero: per questo, concludono gli oncologi, è fondamentale la diagnosi e il trattamento dei sintomi al loro primo esordio.

da ANSA.IT Salute&Benessere del 25.09.2015

Il ministro: “Oggi il tumore non è più una malattia incurabile”

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LA SOPRAVVIVENZA IN ITALIA E’ PIU’ ALTA DELLA MEDIA EUROPEA. DIMINUISCE IL NUMERO DEGLI UOMINI COLPITI DAL CANCRO

Cresce il pericolo del tumore al polmone per le donne, come conseguenza del fatto che ancora in troppe fumano. Anche se la mortalità, rispetto alle patologie tumorali in genere, diminuisce e la sopravvivenza in Italia è spesso più alta della media europea. Tanto che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, parla del cancro come di una “malattia non più incurabile” anche grazie ai “grandi passi avanti” fatti dalla ricerca. Questa la fotografia scattata dal volume “I numeri del cancro in Italia 2015″ che, messo a punto dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e dall’Associazione italiana registri tumori (Airtum) offre un censimento aggiornato sulle neoplasie relative all’anno in corso stimando in 363.300 le nuove diagnosi, in media 1.000 persone al giorno. Diminuisce il numero degli uomini colpiti da tumore, viene spiegato, con 194.400 nuove diagnosi stimate nel 2015 (196.100 nel 2014). Mentre tra le donne si registra una lieve crescita (169.000 nel 2015). Inoltre in 11 anni, tra il 1999 e il 2010, hanno visto aumentare del 36% l’incidenza del cancro al polmone; a preoccupare è la diffusione del vizio del fumo (il 23% delle italiane è tabagista). In generale delle 363.300 persone colpite da cancro stimate nel 2015, 194.400 sono uomini (54%) e 168.900 donne (46%). La neoplasia più frequente è quella del colon-retto (52.000), seguita da seno (48.000), polmone (41.000), prostata (35.000) e vescica (26.000). I tumori rappresentano la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi, dopo le malattie cardio-circolatorie (38%). Il tumore che ha fatto registrare (nel 2012) il maggior numero di decessi è quello al polmone (33.538), seguito dal colon-retto (19.202), seno (12.004), pancreas (10.722), stomaco (10.000) e prostata (7.282). C’è però una notizia: “Si riduce la mortalità complessiva grazie a terapie efficaci e agli screening – afferma il presidente dell’Aiom, Carmine Pinto – E’ la dimostrazione che l’azione del Sistema Sanitario Nazionale è efficace. Serve più impegno per la prevenzione”. Per il segretario dell’Airtum, Emanuele Crocetti, “la sopravvivenza in Italia risulta per molte neoplasie superiore alla media europea. Anche il confronto con i Paesi del nord Europa, dove solitamente si registrano i valori più elevati di sopravvivenza, offre informazioni incoraggianti sull’efficacia globale del nostro Sistema sanitario”. Nel 2015 circa 3 milioni di italiani vive con una diagnosi di tumore, con un incremento del 17% rispetto al 2010 (più 20% per gli uomini e più 15% per le donne). Per il presidente dell’Aiom quello dei “nuovi farmaci” è “un cambiamento epocale”, in particolare per le “terapie target e l’immunoterapia”, tanto che andrebbe istituito un “Fonda nazionale” ad hoc. Lorenzin lo dice in modo chiaro, e nella prefazione del libro Si può vincere (che contiene le testimonianze di alcuni pazienti che hanno sconfitto la malattia) parla di “grandi passi in avanti compiuti negli ultimi anni. Oggi possiamo affermare che il concetto di cancro come “male incurabile” appartiene al passato. Grazie al progresso della scienza, i tumori stanno diventando sempre più una malattia cronica”.

Tommaso Tetro da LA SICILIA del 25.09.2015

Aspirina entra ufficialmente in USA nelle armi anti-tumore

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PRIMA VOLTA RACCOMANDATO PER RIDURRE O EVITARE QUELLO DEL COLON

Ridurre l’incidenza e la mortalita’ per una serie di tumori con una banale dose di aspirina ogni giorno: in America ne sono convinti tanto che per la prima volta un panel di esperti americani ha deciso di indicare l’aspirinetta (come viene comunemente chiamata la piccola dose quotidiana, inferiore ai 100 milligrammi, utilizzata a scopo preventivo) anche come strumento da utilizzare in chi è esposto a maggior pericolo di cancro al colon. Nel corso degli ultimi anni, diverse ricerche scientifiche erano giunte a conclusioni simili fra loro: l’uso regolare della cardio-aspirina diminuirebbe le probabilità di ammalarsi di varie forme di cancro (primo fra tutti quello del colon retto) e nei pazienti che sono già stati colpiti dalla neoplasia abbasserebbe la mortalità, riducendo anche il rischio di sviluppare metastasi. L’ultima ricerca in termini temporali e’ quella pubblicata sulla rivista specializzata “Annals of Oncology”:l’indagine condotta in Gran Bretagna ha osservato che 10 anni di uso continuato di aspirina riducono l’incidenza dei tumori del colon del 35%, e dell’esofago e stomaco del 30%.
La prescrizione di aspirina in chiave preventiva per i disturbi del cuore è già comune in tutto il mondo, finora pero’ nessuno Stato aveva mai deciso di inserire ufficialmente questa indicazione anche in chiave-anticancro come ha fatto l’America.
L’uso dell’aspirinetta e’ ben apprezzato anche sul fronte italiano: secondo Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Regina “in pazienti recidivi consolida l’effetto “benefico” della chemioterapia, in piu’ c’e’ un ottimo rapporto costo-beneficio all’uso del farmaco. Anche considerando le principali problematiche dell’aspirina, legate al rischio di sanguinamento, in particolare gastrico – prosegue Cognetti – il rapporto risulta sempre a favore dell’uso dell’aspirina, anche rispetto agli effetti collaterali che da’ la chemioterapia”. Nel Report Usa la task force statunitense suggerisce poi l’uso di aspirinetta anche per la prevenzione di infarto, ictus, sottolineando che i pro della cura sovrasterebbero i contro soprattutto nelle persone tra i 50 e i 69 anni già a rischio di malattie cardiovascolari. Le raccomandazioni escludono le fasce d’età più giovani (sotto i 50 anni) o più anziane (sopra i 70, quando i rischi di sanguinamento sono maggiori).

da ANSA.IT Salute&Benessere del 22.09.2015

Fumo fa 83mila morti all’anno in Italia, presto giro di vite dell’Ue

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AL VIA CAMPAGNA MINISTERO “MA CHE SEI SCEMO?” CON NINO FRASSICA

Solo in Italia, il fumo provoca 83mila vittime l’anno mentre nel mondo si stima uccida ben 6 mln di persone. Basta questo dato a comprendere la gravità del pericolo, per contrastare il quale il ministero della Salute scende in campo con la campagna 2015 contro il tabagismo – indirizzata in modo particolare ai giovani – dal titolo emblematico ‘Ma che sei scemo?’, mentre arriverà a breve il giro di vite contro l’uso delle ‘bionde’ per effetto delle norme della direttiva europea sul fumo. I numeri, snocciolati oggi dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin in occasione della presentazione della campagna, che ha come testimonial l’attore Nino Frassica, fotografano uno scenario inquietante: il tabacco, ha ricordato, provoca più decessi di alcol, Aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme e l’epidemia da tabacco è una ”delle più grandi sfide di sanità pubblica della storia”, tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha definito il fumo di tabacco come ”la più grande minaccia per la salute nella regione europea”. In Italia, i fumatori sono 10 milioni e ben il 23,4% degli studenti dei primi anni delle superiori, secondo un’indagine 2014 in collaborazione con l’Università di Torino, afferma di fumare (erano il 20,7% nel 2010): quanto all’acquisto delle sigarette, il 63,9% di questi non ha ricevuto un rifiuto dall’esercente nonostante il divieto di vendita ai minori. E nonostante la legge Sirchia del 2003 per lo stop al fumo nei luoghi chiusi abbia portato a dei passi avanti, ancora molto resta da fare, anche considerando che l’80% di chi ha tentato di smettere, secondo dati Istat, ha fallito. Da qui l’iniziativa del ministero: ”Contro il fumo – ha affermato Lorenzin – ci devono essere campagne continue di sensibilizzazione. Dopo la prima campagna contro il tabagismo che seguì alla legge Sirchia del 2003 si registrò infatti una diminuzione dei fumatori, ma poi il trend ha ripreso a crescere. Oggi si accende la prima sigaretta già ad 11 anni e questo preoccupa molto”.
Quella ai nastri di partenza sarà una campagna sociale ‘combinata’: contro il fumo, ma anche contro altri comportamenti non salutari. Sono previsti uno spot video, trasmesso dalle maggiori emittenti, ed uno spot radiofonico, pensati anche per una diffusione sul web e per una condivisione spontanea attraverso i social network. Intanto, è pronto il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sul fumo, ed il provvedimento potrebbe arrivare al Consiglio dei ministri già entro settembre. La direttiva, ha ricordato il ministro, ”preveda novità importanti, a partire dal divieto di fumo in auto davanti a minori e donne incinte e il divieto di vendita a minori di 18 anni anche di sigarette elettroniche con nicotina”.

da ANSA.IT Salute&Benessere del 17.09.2015

Fumo: in Italia causa 83mila morti l’anno

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In Italia il fumo causa dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno, e oltre il 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età. Lo afferma il ministero della Salute, che ha presentato oggi una nuova campagna contro il fumo. Secondo i dati Istat nel 2014 su 52,3 milioni di abitanti con età superiore ai 14 anni i fumatori sono circa 10,3 milioni (19.5%) di cui 6.2 milioni di uomini (24.5%) e 4,1 milioni di donne (14.8%). I valori più alti per gli uomini si hanno tra i giovani adulti di età compresa tra i 25 e i 34 anni, con una percentuale del 26,4%; per le donne la classe con una prevalenza più alta è diventata quella delle giovani tra i 20 e i 24 anni, con una percentuale del 20,5%. “Nel nostro Paese – spiega il comunicato del ministero – il fumo attivo rimane la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile. Per quanto riguarda il carcinoma polmonare, una delle principali patologie fumo correlate, in Italia la mortalità e l’incidenza sono in calo tra gli uomini ma in aumento tra le donne, per le quali questa patologia ha superato abbondantemente il tumore allo stomaco, divenendo la terza causa di morte per neoplasia”.
Il tabagismo ha percentuali molto alte anche tra gli studenti delle superiori. Una ricerca recente ha trovato che il 23,4% degli studenti intervistati fuma sigarette (erano il 20,7% nel 2010) e il 7,6% lo fa ogni giorno.

da ANSA.IT Salute&Benessere del 16.09.2015

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