Ottobre 24, 2014
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IN ITALIA 110.000 CASI OGNI ANNO

Svelati i meccanismi genetici con cui l’olio extravergine d’oliva previene il cancro al colon. È il risultato di uno studio condotto dall’Università Campus Bio-Medico di Roma e dall’Università degli Studi di Teramo, in collaborazione con l’Università degli Studi di Camerino e con il Karolinska Institute di Stoccolma.
Che l’olio extravergine d’oliva fosse un alimento importante per ridurre l’incidenza di numerose neoplasie era stato suggerito, negli ultimi anni, da varie ricerche sperimentali.
Non erano però ancora chiari i meccanismi alla base di quest’azione ‘benefica’. Il nuovo studio, pubblicato su Journal of Nutritional Biochemistry, ha rivelato ora il meccanismo grazie al quale il cosiddetto ‘oro giallo’ riduce il rischio di sviluppare il cancro del colon: ha infatti dimostrato come l’olio extravergine di oliva sia in grado di aumentare l’espressione del gene oncosoppressore CNR1. Quest’ultimo, a sua volta, esprime un recettore molto importante per la salute dell’organismo, perché è in grado di regolare i meccanismi all’origine delle alterazioni dei geni sensibili ai fattori ambientali, come la dieta. I dati ottenuti dai ricercatori certificano, dunque, che adeguate quantità di olio extravergine d’oliva nell’alimentazione sono importanti per ridurre le alterazioni genetiche legate allo stile alimentare. Lo studio, sottolinea Mauro Maccarrone, docente di Biochimica presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, ”rafforza la fiducia nel fatto che una dieta appropriata possa aiutare a prevenire i tumori, ma anche altre patologie diffuse, come i disturbi neurologici, l’obesità e il diabete”. I risultati dimostrano inoltre che ”i cambiamenti epigenetici, ovvero quelli derivanti da fattori ambientali e, dunque, dall’alimentazione, sono potenzialmente reversibili”.
Il cancro al colon-retto è secondo posto dopo quello alla mammella, nella donna, e al terzo dopo quello di polmone e prostata, nell’uomo. Una neoplasia che in Italia, secondo le stime, colpisce circa 40mila donne e 70mila uomini ogni anno.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 23.10.2014
Ottobre 24, 2014
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I soci della sezione provinciale della LILT di Ragusa sono convocati all’assemblea straordinaria per il 22 novembre 2014, presso i locali di Via Ottaviano, con il seguente ordine del giorno:
elezione del nuovo consiglio direttivo;
elezione del collegio dei revisori.
Paolo Schininà Ufficio Stampa LILT Ragusa 24.10.2014
Ottobre 24, 2014
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IMPARARE L’AUTOPALPAZIONE E PIU’ AVANTI ECOGRAFIA E MAMMO

Una prevenzione a tappe contro il tumore al seno, che inizia a partire dai 25 anni con l’autopalpazione e che via via si arricchisce di nuovi controlli, come l’ecografia, la visita senologica e la mammografia, che vanno intensificandosi nel tempo. A consigliarla il professor Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Ircss Regina Elena di Roma durante un incontro sulla prevenzione in rosa organizzato dalla Onlus Atena Donna. “Dai 25 anni almeno una volta al mese occorre effettuare un’autopalpazione del seno, dai 35 ai 40 anni si possono programmare una visita senologica e un’ecografia annuale – spiega l’esperto – dai 40 ai 45 si deve aggiungere una mammografia ogni due anni che diventa annuale dai 50 anni in su.
Infine, dai 45 ai 55 anni la mammografia andrebbe eseguita personalizzando la cadenza sulla singola paziente in base ai fattori di rischio come la storia familiare e la densità del tessuto mammario”.”La sopravvivenza relativa a 5 anni dalla diagnosi è in moderato e costante aumento da molti anni”sottolinea Cognetti, evidenziando che “la prevenzione è tutto: più del 90% dei tumori della mammella viene scoperto dalle donne grazie all’autoesame”. “Basta posizionarsi davanti allo specchio ed esaminare le mammelle. Prima con le braccia sopra la testa, poi spingendo le mani sui fianchi, inclinate in avanti- aggiunge- e’ importante controllare se ci sono cambiamenti di forma o di grandezza del seno, lievi depressioni o retrazioni della pelle o dei capezzoli, rossore, dolore localizzato e secrezioni mai notate prima”. “Con i polpastrelli delle tre dita centrali di un mano si esamina la mammella sul lato opposto con piccoli movimenti circolari in su e in giù, si deve esercitare progressivamente una pressione lieve moderata e profonda su ciascuna area del seno senza sollevare le dita dalla pelle- conclude- e’ bene ripetere queste operazioni sull’altra mammella, anche mentre si fa il bagno o la doccia con le mani insaponate”.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 23.10.2014
Ottobre 22, 2014
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CONVIVENTI ESPOSTI 3 VOLTE OLTRE LIMITI

Vivere in casa con un fumatore è come vivere nelle città più inquinate del mondo, come Pechino o Londra, per i livelli di esposizione alle particelle inquinanti che penetrano in profondità nei polmoni, il cosiddetto ‘particolato fine’. Lo rivela uno studio su Tobacco Control della University of Aberdeen (Gb). I non fumatori conviventi con fumatori sono esposti a una quantità di particelle inquinanti pari a 3 volte la quantità annua imposta dall’OMS come limite di sicurezza per la salute.
Il particolato fine, formato da particelle di diametro inferiore ai 2,5 millesimi di millimetro indicate come un pericolo per la salute, è usato sia per misurare i livelli di inquinamento atmosferico delle città sia per il fumo passivo cui si è esposti in un ambiente dove si può fumare.
Molto si è fatto in vari Paesi per limitare il fumo nei luoghi pubblici, ma le abitazioni private rimangono intoccabili e quindi tutti i non fumatori che convivono con un fumatore in casa si trovano esposti al fumo passivo, con livelli di inquinamento pericolosi per la salute alla luce di questo studio.
Gli esperti hanno confrontato i livelli di particolato fine di 93 abitazioni in cui vive un fumatore con quelli di 17 abitazioni in cui non vive alcun fumatore.
E’ emerso che le concentrazioni medie di particolato fine PM2.5 nelle 93 case erano di circa 10 volte maggiori di quelle nelle 17 case non abitate da fumatori. Le quantità di questo particolato nei salotti di abitazioni in cui convivono fumatori e non sono equivalenti a quelle che respirano gli abitanti delle metropoli più inquinate del mondo come Pechino.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 21.10.2014
Ottobre 21, 2014
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INCONTRO ATENA DONNA PER PREVENIRE. NEL LAZIO 4.300 CASI ANNO

Ogni anno in Italia si contano 50 mila nuovi casi di tumore al seno, solo a Roma e nel Lazio la diagnosi viene fatta a 4.300 donne. La diagnosi precoce e le terapie stanno modificando il profilo della malattia: la sopravvivenza a cinque anni dall’insorgenza della neoplasia è salita dell’84%.
Un corretto stile di vita e i controlli periodici sono i cardini della protezione. Autovisita fin dalla giovane età, anche fin dai trent’anni. Proprio per mettere in guardia l’universo femminile dai rischi del cancro al seno la onlus Atena Donna, presieduta da Carla Vittoria Cacace, nel mese di ottobre dedicato proprio alla prevenzione del tumore al seno, promuove l’incontro “Seno, come proteggerlo. Dall’autopalpazione alle visite” in programma mercoledì 22 ottobre, alle 17.30, presso la Parrocchia San Tommaso Moro a San Lorenzo (via dei Marrucini,1) a Roma. Sarà il professore Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Irccs Regina Elena di Roma, intervistato dalla giornalista dell’Espresso Denise Pardo, a spiegare la malattia, a rispondere alle domande, a illustrare come fare prevenzione. Dall’autopalpazione, alle visite senologiche, dagli screening periodici agli esami strumentali. Ma anche la possibilità di avere un figlio dopo un tumore, il ruolo dell’allattamento.
L’incontro fa parte di una serie di convegni aperti al pubblico in diversi quartieri della Capitale, in particolare delle periferie e zone con alta densità abitativa. Obiettivo: avvicinarsi a quelle donne che più di tutte hanno bisogno di aiuto, spiegare loro in modo molto semplice come tutelare la salute cancellando anche false credenze e paure.
“Le donne che praticano regolarmente attività fisica – spiega Cognetti – presentano una riduzione del rischio dei ammalarsi del 15-20% circa. Gli effetti sono evidenti soprattutto in menopausa. E’ infatti stato calcolato che in questa fase della donna, l’obesità è responsabile di circa il 20 per cento delle neoplasie e del 50% delle morti per tumori mammari”.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 20.10.2014
Ottobre 16, 2014
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EVITARE FUMO E ALCOL. FARE ATTIVITA’ FISICA e SCREENING

Dodici suggerimenti basati sulle migliori evidenze scientifiche disponibili che puntano all’adozione di stili di vita sani e a sostenere nella quotidianità la prevenzione anticancro. E’ il Codice europeo contro il cancro, la cui quarta edizione, con la partecipazione della Commissione Ue, è stata presentata dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – IARC, l’ente dell’Organizzazione mondiale della sanità specializzato in oncologia.
Ecco le dodici azioni quotidiane anticancro suggerite:
1) non fumare, indipendentemente dal tipo di consumo del tabacco (che si tratti di sigarette, trinciato, pipa o altro non fa differenza). Il fumo da solo è responsabile del 90% dei casi di tumore al polmone;
2) evitare il fumo passivo sia a casa che nel luogo di lavoro;
3) fare in modo di avere un giusto peso corporeo;
4) fare quotidianamente attività fisica e limitare il più possibile il tempo che si trascorre seduti; 5) seguire un’alimentazione sana: preferire riso, legumi, verdura e frutta, limitare i cibi ad alto contenuto calorico (ricchi di zuccheri o grassi) e le carni rosse ed evitare le bevande zuccherate; 6) limitare il consumo di alcolici. Non bere alcolici aiuta a prevenire il cancro;
7) evitare l’eccessiva esposizione ai raggi solari, soprattutto nei bambini, e l’uso di lampade e lettini abbronzanti;
sul luogo di lavoro proteggersi da eventuali sostanze cancerogene seguendo le istruzioni di sicurezza previste;
9) nella propria abitazione controllare di non essere esposti a elevati livelli di radon naturale e, eventualmente, fare in modo di abbassarne il livello;
10) dedicato alle donne: allattare al seno riduce il rischio di cancro al seno e all’ovaio, mentre è bene limitare l’uso della terapia ormonale sostitutiva che può aumentare la probabilità di ammalarsi di alcuni tumori;
11) è importante che i neonati siano vaccinati contro l’epatite B e le bambine anche contro il Papillomavirus umano;
12) partecipare ai programmi di screening per i tumori di colon, seno e utero.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 16.10.2014