Assemblea dei Soci LILT

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Si terrà il 28 febbraio, alle ore 17,00 in prima convocazione ed alle 18,00 in seconda, l’assemblea generale dei soci LILT, presso i locali della sezione di Via Ottaviano a Ragusa Ibla. La Presidente Maria Teresa Fattori relazionerà sull’attività della Sezione e sull’approvazione del conto consuntivo 2013. Ammesse sino a tre deleghe per ogni socio.

Ufficio Stampa LILT Ragusa

Tumori: metastasi melanoma scatenate da troppo sole

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L’eccessiva esposizione al sole può causare le metastasi da melanoma, il più comune tumore della pelle. Lo ha dimostrato uno studio tedesco a cui hanno collaborato i ricercatori dell’Ospedale San Raffaele di Milano, appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature.
Dodici anni fa, un team di ricercatori del San Raffaele coordinato da Marco Bianchi, vice-direttore della Divisione di Genetica e Biologia Cellulare, scopriva che la proteina HMGB1 viene rilasciata dalle cellule quando muoiono. Soprannominata ‘allarmina’, HMGB1 è il principale segnale che avverte il sistema immunitario della presenza di cellule morte o fortemente stressate. Questa scoperta ha aperto la strada al nuovo studio appena pubblicato, svelando il seguente meccanismo: “Quando la pelle viene esposta in maniera eccessiva alla luce solare – spiegano gli esperti – si arrossa e le cellule, stressate dal troppo sole, rilasciano l’allarmina che richiama dalla circolazione sanguigna i neutrofili, globuli bianchi presenti in gran numero nel sangue il cui compito è fronteggiare le infezioni”. Se è presente un melanoma, però, “anche le sue cellule rilasciano allarmina e richiamano neutrofili che, a loro volta, liberano la molecola Tnf. Quest’ultima induce le cellule del melanoma a disseminarsi producendo metastasi”.
Questo processo, del tutto distinto dall’insorgenza del tumore, “spiega come da un melanoma primario si diffondono le metastasi, in particolare quelle verso il polmone – commenta Bianchi – una scottatura per troppo sole è sempre da evitare e a maggior ragione se sulla pelle è presente un melanoma, poiché, anche se molto piccolo, c’è il rischio di metastasi. Ed è questa tendenza alla migrazione a rendere i melanomi particolarmente pericolosi: se il tumore primario spesso può essere asportato con successo, le metastasi rispondono molto poco alle cure”.
“Se riuscissimo a catturare l’allarmina appena rilasciata – conclude Bianchi – potremmo bloccare sul nascere le metastasi del melanoma, e forse anche di altri tumori in situazioni in cui è coinvolta l’infiammazione”.

da ANSA.IT Salute&Benessere del 27.02.2014

Tumori, riorganizzando ospedali -30% liste attesa

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Con una riorganizzazione degli ospedali che tagli le strutture più piccole a favore delle reti fra centri di riferimento le liste d’attesa per i malati di tumore si ridurrebbero del 30%, facendo risparmiare risorse e aumentando la sicurezza dei malati. Il suggerimento è contenuto in un ‘position paper’ presentato oggi dalla fondazione Insieme contro il cancro.
Il documento contiene una analisi dello stato attuale delle terapie oncologiche italiane, che pur presentando molte luci hanno diversi aspetti da correggere. ”Il nostro sistema di cura è uno dei più efficienti al mondo – afferma Francesco Cognetti, oncologo e presidente della Fondazione – ma tagli lineari, liste d’attesa e scarso sostegno alla ricerca rischiano di compromettere la qualità dell’assistenza”.
Secondo il documento ad esempio su 1015 centri in Italia che si occupano di cancro al colon solo 196 sono adeguati per dimensioni e presenza di servizi indispensabili, mentre per il polmone sono 193 su 702. Fra gli altri problemi individuati ci sono il calo dei finanziamenti alla ricerca e la disparità regionale nell’accesso ai farmaci innovativi. ”Il position paper della fondazione – ha commentato Gianni Letta, membro del comitato d’onore – rappresenta uno strumento decisivo per impostare programmi di politica sanitaria”.

da ANSA.IT Salute&Benessere del 25.02.2014

Il prossimo 26 Febbraio la LILT incontra Polizia e Carabinieri

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Si terrà il prossimo 26 febbraio, alle ore 18,00, nella sede di Via M. Spadola l’incontro con gli iscritti dell’Associazione Polizia di Stato e dell’Associazione Italiana Carabinieri per affrontare gli argomenti della prevenzione in generale, della dipendenza del tabacco e della prevenzione del tumore alla prostata. Relatori dell’incontro, voluto dalla LILT di Ragusa, saranno la Dr.ssa Carmela Lauria, Biologo Nutrizionista ed il Dr. Natale Cannata Specialista Urologo.

 

 

Aumentano incidenti con E-cig, anche ai bambini

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ISTITUTO SUPERIORE SANITA’ NE HA REGISTRATI 172

 : Primo piano di una donna che l'inalazione di una sigaretta elettronica

Con le sigarette elettroniche (e-cig), o meglio, con le loro ricariche, ci si può intossicare e rischiare l’avvelenamento. Gli incidenti, che hanno coinvolto anche bambini, sono aumentati costantemente, passando da un caso nel 2010 e 2011, a 41 nel 2012 e 129 nei primi sei masi del 2013, per un totale di 172. E’ quanto emerge da uno studio condotto dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e il Centro antiveleni di Milano, dal 2010 al 2013.
Le regioni con il numero più elevato di casi sono state Lombardia (26%), Campania (12%), Sicilia (9%), Emilia-Romagna (8%), Lazio (8%) e Veneto (7%). A subire gli incidenti più spesso i maschi (59%), di età compresa tra 20-49 anni (63%), vittima di esposizione accidentale (96%). Non sono mancati anche casi pediatrici: ben 28 i pazienti (16%) sotto i 5 anni, quasi tutti a seguito di un accesso incontrollato alle miscele per e-cig. La maggior parte degli adulti (85%) è risultata esposta alla perdita di miscela dalla sigaretta in uso, mentre in 7 casi c’è stato un errore terapeutico, ossia si è scambiato il contenitore della miscela di ricarica con farmaci in gocce (oftalmico, antistaminici e otologici). Nel 36% dei casi ci sono state delle manifestazioni cliniche associate all’esposizione, nella quasi totalità di gravità lieve. Gli effetti clinici più frequenti sono stati irritazione di gola e occhi e dolore agli occhi. 

da ANSA.IT Salute&Benessere del 18.02.2014

Un bicchiere di vino allunga la vita fino a 1,5 anni in più

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VANTAGGIO PER LA LONGEVITA’ SOLO CON CONSUMO MODERATO DI ALCOL

Il consumo moderato di alcolici – nella misura di un bicchiere di vino al giorno al dì per lui, mezzo per lei – è associato a un guadagno di 1,3 anni di vita per i maschi e di un anno e mezzo per le donne rispetto a persone astemie. Lo dimostra una ricerca pubblicata sugli Annals of epidemiology dal gruppo degli italiani Nicola Orsini e Andrea Bellavia che lavorano presso l’istituto Karolinska di Stoccolma.
Gli esperti hanno raccolto dati sui consumi giornalieri di alcolici di oltre 67.000 persone, adulti di mezza età e anziani ed eseguito un’analisi della associazione tra consumo di alcol e lunghezza della vita. Ovvero hanno comparato la quantità di alcol bevuta da ciascun partecipante con la sua longevità. Il campione è stato seguito per 15 anni e dopo questo lungo periodo di monitoraggio sono stati registrati 13.323 decessi.
”In 15 anni di follow-up – spiega Bellavia intervistato dall’ANSA – abbiamo osservato che gli uomini che consumavano una media di un bicchiere al giorno hanno mediamente vissuto 1,3 anni in più di chi non beveva. Donne con un consumo regolare di mezzo bicchiere al giorno, invece, hanno vissuto mediamente 1,5 anni più a lungo di chi non beveva”. Un bicchiere di vino, o una birra, o un bicchierino di superalcolico equivalgono a circa 12 grammi di alcol.
Non è la prima volta che si dimostra che un consumo moderato di alcolici aumenta la sopravvivenza, spiega Bellavia, ma questo è il primo studio ad esprimere i risultati in termini di differenza in sopravvivenza, cioè a vedere qual è la sopravvivenza media associata a diverse quantità di alcolici consumate. “Il consumo di un bicchiere al giorno – conclude – è la quantità rispetto alla quale abbiamo osservato la sopravvivenza più lunga. Oltre i 2 bicchieri gli effetti diventano negativi (cioè la sopravvivenza si riduce). Per le donne la soglia è leggermente più bassa”. Il consumo moderato di alcolici – nella misura di un bicchiere di vino al giorno al dì per lui, mezzo per lei – è associato a un guadagno di 1,3 anni di vita per i maschi e di un anno e mezzo per le donne rispetto a persone astemie. Lo dimostra una ricerca pubblicata sugli Annals of epidemiology dal gruppo degli italiani Nicola Orsini e Andrea Bellavia che lavorano presso l’istituto Karolinska di Stoccolma.
Gli esperti hanno raccolto dati sui consumi giornalieri di alcolici di oltre 67.000 persone, adulti di mezza età e anziani ed eseguito un’analisi della associazione tra consumo di alcol e lunghezza della vita. Ovvero hanno comparato la quantità di alcol bevuta da ciascun partecipante con la sua longevità. Il campione è stato seguito per 15 anni e dopo questo lungo periodo di monitoraggio sono stati registrati 13.323 decessi.
”In 15 anni di follow-up – spiega Bellavia intervistato dall’ANSA – abbiamo osservato che gli uomini che consumavano una media di un bicchiere al giorno hanno mediamente vissuto 1,3 anni in più di chi non beveva. Donne con un consumo regolare di mezzo bicchiere al giorno, invece, hanno vissuto mediamente 1,5 anni più a lungo di chi non beveva”. Un bicchiere di vino, o una birra, o un bicchierino di superalcolico equivalgono a circa 12 grammi di alcol.
Non è la prima volta che si dimostra che un consumo moderato di alcolici aumenta la sopravvivenza, spiega Bellavia, ma questo è il primo studio ad esprimere i risultati in termini di differenza in sopravvivenza, cioè a vedere qual è la sopravvivenza media associata a diverse quantità di alcolici consumate. “Il consumo di un bicchiere al giorno – conclude – è la quantità rispetto alla quale abbiamo osservato la sopravvivenza più lunga. Oltre i 2 bicchieri gli effetti diventano negativi (cioè la sopravvivenza si riduce). Per le donne la soglia è leggermente più bassa”.

da ANSA.IT Salute&Benessere del 13.02.2014

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