Novembre 29, 2013
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STUDIO DELLA LOUISIANA STATE UNIVERSITY

Spezie, frutta e verdura. Ecco un ‘cocktail verde’ che sembra essere efficace per combattere il cancro al seno, senza provocare effetti collaterali. A testarlo i ricercatori della Louisiana State University, che in un articolo pubblicato sulla rivista “Journal of Cancer” spiegano che questi composti naturali si sono dimostrati capaci di contrastare le cellule tumorali.
Il team di ricercatori ha esaminato una decina di composti chimici naturali presenti in frutta, verdure e spezie reperibili con facilità, come uva, mele, broccoli, curcuma e tofu. Della curcuma, ad esempio, e’ stata esaminata la curcumina, del tofu gli isoflavoni e dell’uva il resveratrolo, valutandone gli effetti sulle cellule di persone malate di cancro e di persone sane.
La scoperta e’ stata che questi composti da soli non sembravano avere effetti positivi, mentre l’efficacia sembrava dimostrata quando questi elementi erano combinati a mo’ di cocktail. In questo caso, infatti, le cellule tumorali si riducevano dell’80% e il cocktail sembrava addirittura ‘bloccarne’ la migrazione.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 28.11.2013
Novembre 28, 2013
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Grazie alla sinergia tra la Sezione LILT di Ragusa e la CISL, compie 2 anni lo “sportello oncologico” che, con il fattivo apporto di comptenza ed umanità delle Volontarie della LILT, offre ai cittadini informazioni e sostegno psicologico per meglio affrontare la patologia tumorale. Due anni di lavoro front-line svolto con abnegazione dai Volontari LILT che, grazie anche alla costante presenza della Sig.ra Franca Tribstone, storica volontaria della Lega, hanno accompagnato numerosi pazienti nel delicato iter che va dalla diagnosi del tumore alla dismissione ospedaliera. Lo “sportello oncologico”, è ospitato nei locali della CISL Ragusa di Piazza Ancione ed è attivo ogni martedi dalle 10,00 alle 12,30 mettendo a disposizione anche psicologi LILT per affrontare, con il giusto approccio, le problematiche sanitarie. Inoltre, grazie al Patronato INAS ed ai Volontari dell’AIL, si può trovare aiuto per risolvere l’iter amministrativo. La collaborazione prestata dal Dipartimento Oncologico dell’ASP Ragusa ha contribuito ad ottenere un bilancio, a due anni dall’attivazione dello “sportello oncologico” sicuramente positivo, tale da sperare nell’estensione del servizio anche in altri Comuni della provincia.
Ufficio Stampa LILT Ragusa 28.11.2013
Novembre 21, 2013
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TERAPIE BERSAGLIO MOLECOLARE NUOVA FRONTIERA CURA

Trattamenti personalizzati e nuove terapie di bersaglio molecolare, sempre più efficaci anche grazie a una migliore conoscenza dell’anomalia che fa impazzire le cellule e le fa moltiplicare all’infinito: sono queste le due armi in più con le quali si prova a combattere il cancro al polmone, in particolare quello “non a piccole cellule” (Nsclc), un big killer che provoca ancora nel mondo un milione di morti all’anno. Sono 350mila i nuovi casi in Europa, 39mila dei quali in Italia, e’ emerso a Roma in un convegno dal titolo “Il tumore del polmone: approcci mirati, un punto di svolta?”: in sostanza nel corso della propria vita un uomo su 9 e una donna su 36 vanno incontro al rischio di sviluppare un tumore del polmone, indipendentemente dai fattori di rischio.
“Nell’80% dei casi il tumore del polmone è correlato al fumo di sigaretta: un fumatore che consuma 20 sigarette al giorno per vent’anni ha un rischio del 2.000% di ammalarsi, mentre il fumo passivo aumenta questo rischio del 20-30%” spiega il professor Andrea Ardizzoni, direttore della struttura complessa di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma- grazie alla legge Sirchia abbiamo assistito ad una flessione annua (-2%/annuo) dei tumori polmonari negli uomini, mentre i nuovi casi sono in aumento tra le donne. Un fenomeno emergente è la comparsa di tumori polmonari tra le persone che non hanno mai fumato”. Novembre è stato dichiarato dalla Global Lung Cancer Coalition “Mese di sensibilizzazione mondiale del tumore del polmone”, con l’obiettivo di far aumentare la conoscenza di questa neoplasia e informare sui progressi della ricerca, che hanno permesso di trattare per la prima volta anche tumori finora privi di una terapia specifica (come quelli Alk positivi) cambiando la qualità di vita dei pazienti.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 19.10.2013
Novembre 14, 2013
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Presso il Liceo Classico “Umberto I” di Ragusa (foto), venerdì 15 novembre, dalle 8,30 alle 11,00, nell’ambito di una giornata di autogestione didattica, la LILT di Ragusa incontrerà i liceali per un argomento sulla prevenzione. All’incontro parteciperanno la Psicologa Dr.ssa Rosalinda Arena e la Presidente Maria Teresa Fattori, per parlare dei danni provocati dal fumo e rispondere alle domande degli studenti. Nel corso dell’incontro saranno distribuiti materiali informativi e gadgets al fine di dissuadere i ragazzi dall’uso del tabacco.
Paolo Schininà Addetto Rapporti Stampa LILT Ragusa
Novembre 12, 2013
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In Italia la sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi di tumore ha raggiunto il 53%, con una riduzione della mortalità in tutte le aree del Paese. Questa percentuale di sopravvivenza pone l’Italia al terzo posto in Europa, nonostante una popolazione in costante invecchiamento.
Un esempio: in Italia nel 1990 morivano 40 donne ogni 100 mila colpite dal tumore alla mammella; oggi sono 20, la metà. Sono i dati riferiti dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin alla Cerimonia di Celebrazione della Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro che si è svolta oggi, al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Sono 1,3 milioni di italiani guariti dalla malattia, dunque non più “il male incurabile” ma sempre più una malattia cronica. ”I livelli di risposta della popolazione verso l’attività di prevenzione sono più che incoraggianti: in un anno sono state circa 1,5 milioni le donne tra i 50 e i 69 anni sottoposte a screening. I programmi di screening riducono di oltre il 45% la mortalità. Dobbiamo insegnare ai bambini e ai loro genitori che la prevenzione è un dovere e non una scelta, fa parte dei doveri civici che ognuno di noi assume nei confronti di se stesso e della società”, ha aggiunto il ministro. ”Ma troppe rimangono le differenze per l’accesso agli screening e in qualche caso alle cure”, ha sottolineato il ministro che ha ricordato le liste d’attesa e l’appropriatezza delle prestazioni come obiettivi del Patto della salute.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 11.11.2013
Novembre 8, 2013
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ANALIZZA LE CELLULE NEL LIQUIDO DEL DOTTO MAMMARIO
Su 1000 donne che fanno la mammografia, solo 2 svilupperanno un tumore e oggi esiste un sistema per capire quali sono quelle maggiormente a rischio, dunque su cui porre maggiore attenzione. Si chiama Pap Breast, il pap test della mammella che, come quello alla cervice uterina, individua cellule alterate. E’ uno dei temi trattati nel corso del convegno dell’Artoi, l’Associazione Ricerca su Terapie Oncologiche Integrate, in corso presso l’Istituto Superiore di Sanità. Questo esame che non preclude ma si aggiunge agli altri, utilizza una tecnica basata sul liquido presente nel dotto mammario, quello che durante l’allattamento si trasforma in latte. “Questo fluido ci permette di classificare il soggetto in una scala di rischio. Mentre con ecografie e mammografie si valuta lo stato di salute attuale della mammella, con il Pap Breast si individua la possibilità che una donna ha di ammalarsi nei successivi 20 anni”, spiega Gianluca Pazzaglia, direttore del Breasting Center di Perugia, centro specializzato in tumore al seno. Su questi soggetti va aumentata la prevenzione farmacologica e l’attenzione agli stili di vita. “Non tutte le donne considerate fortemente a rischio, sviluppano un tumore al seno. Nel caso di portatrici del gene Brca mutato, la probabilità è del 60% mentre fino a qualche anno fa si riteneva fosse il 100%. Chi risulta a rischio,inoltre, potrebbe sviluppare un tumore in altre parti del corpo. Per questo sconsiglio soluzioni drastiche come la mastectomia, scelta dalla Jolie”, spiega Pazzaglia. “Si tratta, invece, di concentrare l’attenzione su quel 40% e capire perché non si ammala indagando dove vive, cosa mangia, quanto dorme, quanto sport fa. Qui entrano in ballo le terapie integrate, che non sostituiscono quelle classiche ma aggiungono un supporto nutrizionale e psicologico in grado di potenziarne effetti e ridurne danni”, conclude.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 07.11.2013