Gennaio 30, 2013
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POSSIBILE MITIGARLO MANIPOLANDO AREE CERVELLO COINVOLTE

Vizio del fumo? Ecco come nasce l’urgenza di un’altra sigaretta. Sono state, infatti, scoperte le regioni del cervello dove nascono i meccanismi chimici che scatenano la voglia, il forte desiderio di fumare. Inoltre manipolando l’attività di queste aree con la stimolazione magnetica transcranica (TMS) è possibile mitigare il desiderio, spiega uno degli autori dello studio pubblicato su PNAS, il neurologo italiano Antonio Strafella della McGill University, originario della provincia di Lecce e in Canada da oltre 12 anni.
Nel cervello di tossicodipendenti e fumatori si innesca il ‘desiderio’, che viene alimentato sia da stimoli che ricordano la sostanza, come un pacchetto di sigarette in bella vista, sia dalla disponibilità immediata della sostanza stessa, come avviene quando un collega ti offre una ‘bionda’. Dietro questo desiderio c’é una complessa attività biochimiche in alcune aree cerebrali che si parlano.
Gli esperti hanno studiato il cervello di 10 fumatori di fronte a stimoli che ricordano le ‘bionde’, con o senza disponibilità immediata di fumare. Ebbene in una zona della corteccia prefontale (importante per autocontrollo e decisionalità) svolge un ruolo particolare nel controllare il desiderio, spiega Strafella, che dipende dalla disponibilità immediata dello stimolo scatenante. L’informazione della disponibilità immediata di una sigaretta accende un’altra area, la corteccia orbito frontale: parte così la voglia di fumare. Inattivare quella parte del cervello con la stimolazione magnetica, riduce il desiderio e l’attivazione delle aree cerebrali associate ad esso, anche quando una ‘bionda’ è immediatamente disponibile.
Questo studio suggerisce una possibile terapia contro le dipendenze: “la TMS – conclude Strafella – è attualmente impiegata in diversi studi clinici per testare possibili effetti terapeutici in diverse malattie neuropsichiatriche e forme di dipendenza; potrebbe essere utiile a ridurre l’intensità del desiderio che porta a fumare o a far uso di altre droghe”.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 29.01.2013
Gennaio 30, 2013
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ALL’OSPEDALE CANNIZZARO DI CATANIA

Una tecnica all’avanguardia per la ricostruzione del seno devastato dal cancro. “Deep inferior epigastric perforator” è la denominazione dell’intervento di autotrapianto che utilizza cute e grasso addominale prelevata al di sotto dell’ombellico. L’equipe medica del reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale Cannizzaro di Catania, ha eseguito nei giorni scorsi il Deep su una paziente mastectomizzata. E’in assoluto il primo intervento del genere in Sicilia, compiuto da un gruppo di medici etnei molto giovani, con esperienze formative maturate all’estero ed in Italia.
da Giornale di Sicilia del 30.01.2013
Gennaio 29, 2013
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MANCANZA BENEFICI MASTECTOMIA PER TUMORI INIZIALI, STUDIO

Le donne cui sono diagnosticati tumori del seno ad uno stadio iniziale e che vengono sottoposte ad interventi chirurgici conservativi hanno una sopravvivenza uguale e migliore delle pazienti a cui viene rimossa la mammella con la mastectomia.
A rivelarlo e’ un nuovo studio americano che ha esaminato i dati relativi a 112.154 donne californiane con una diagnosi di cancro del seno di stadio iniziale tra il 1990 ed il 2004.
Secondo la ricerca condotta da Shelley Hwang, chirurgo della mammella, del Duke cancer center, le pazienti che hanno avuto solo una quadrectomia (ossia l’intervento di rimozione parziale)hanno evidenziato un rischio di morte per qualsiasi causa, a nove anni dalla diagnosi, piu’ basso del 19% rispetto alle donne che avevano subito una mastectomia. Il vantaggio delle operazioni piu’ limitate – spiega il rapporto – e’ stato confermato anche dopo aver preso in considerazione fattori chiave quali l’eta’ delle malate, la dimensione ed il grado della neoplasia. ”Di fronte ad una diagnosi di cancro troppe donne pensano che una operazione piu’ invasiva sia meglio, ma non e’ cosi’ in molti casi di cancro ad uno stadio inziale”, ha osservato Hwang.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 28.01.2013
Gennaio 28, 2013
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CONFERENZA IL 14 FEBBRAIO A RAGUSA IBLA

Terzo appuntamento con gli incontri formativi e divulgativi con la popolazione voluti dalla Sezione Provinciale LILT di Ragusa, che vanno sotto il nome di NON SOLO TUMORI. Scopo di questi incontri la somministrazione dei contenuti delle “Pillole di educazione sanitaria” , pubblicazioni di cui è responsabile il Dr. Franco Berrino Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva dell’Istituto Tumori di Milano. Per illustrare gli argomenti delle pubblicazioni vengono, di volta in volta, individuati degli esperti. Stavolta sarà la il turno del Dr. Giovanni Ottaviano che il 14 febbraio alle 17,30, presso il salone delle feste del Circolo di Conversazione di Ragusa Ibla, con parole semplici trasmetterà concetti difficili sulla “prevenzione delle fratture di osteoporosi.
Paolo Schininà Ufficio Stampa LILT Ragusa
Gennaio 25, 2013
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STABILIZZATI DECESSI PER CANCRO UOMINI, MA PIU’ MALATTIE POLMONI

”Fuma come un uomo, muori come un uomo”: il rischio di morte a causa di un tumore dei polmoni tra le donne fumatrici e’ arrivato a risultare ben 25 volte superiore a quello delle non-fumatrici. Negli anni Sessanta le signore dedite alle sigarette avevano probabilita’ di morire per lo stesso tipo di cancro piu’ alte di 2,7 volte, nel 1980 di 12,6 volte. L’impennata clamorosa, a fronte di una stabilizzazione invece dei decessi per tumore polmonare fra gli uomini dagli anni Ottanta in poi, dipende secondo due nuovi studi da una serie di fattori: in primo luogo il fatto che oggi si vedono gli effetti del fumo su di una intera generazione di donne che hanno iniziato dopo la Seconda Guerra Mondiale ed ancora di piu’ dopo il 1960. Inoltre – spiegano i due rapporti pubblicati sul New England Journal of medicine – le donne hanno inziato a fumare sempre piu’ giovani, un piu’ alto numero di sigarette che in precedenza, ed in generale riescono ad abbandonare il vizio molto meno frequentemente degli uomini.
“Questi dati rivelano un colossale fallimento in termini di prevenzione e quello che accade oggi in Occidente si ripetera’ fra qualche anno in Cina e in Indonesia dove la percentuale di fumatrici e’ in crescita”, ha esclamato Michael Thun, dirigente dell’ ‘American Cancer society’ e autore di uno dei due studi che ha confrontato la mortalita’ per tumore in tre diverse fasi storiche: 1959-65;1982-88;2000-10 utilizzando varie indagini epidemiologiche.
La seconda ricerca e’ stata condotta dal ‘Center for global health research’ di Toronto in Canada. Tra i dati emersi: una persona che non ha mai fumato ha probabilita’ doppie rispetto ad un fumatore attivo di vivere sino ad 80 anni; i fumatori corrono rischi tre volte piu’ alti morire tra i 25 ed i 79 anni dei non fumatori; ma smettere entro i 40 anni praticamente livella i rischi di morte a quelli di un non fumatore. Smettere di fumare tra i 35 ed i 44 equivale per entrambi i sessi ad acquisire 9 anni di vita in piu’ rispetto a chi continua nel vizio, per chi smette tra i 45 ed i 54 anni il guadagno e’ di 6 anni, per gli ‘ultra 55′ il beneficio sono 4 anni.
Gli studi osservano pero’ che sia per uomini che per donne sono in forte aumento altre malattie polmonari croniche come l’enfisema e la bronchite cronica, probabilmente indotte dal cambiamento delle sigarette in commercio. Le sigarette con livelli di tar e nicotina piu’ bassi indurrebbero infatti i fumatori ad inalare piu profondamente, aumentando cosi’ i danni polmonari.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 24.01.2013
Gennaio 24, 2013
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UN ITALIANO SU 10 HA PAGATO “BUSTARELLA” PER CURE

I fenomeni di corruzione nella Sanità in Italia “hanno un impatto pari a 10 mld di euro l’anno”. La stima è stata fornita dal presidente dell’Istituto per la promozione dell’etica in sanità (Ispe), Francesco Macchia, in occasione della I Assise nazionale sull’etica di Sanità pubblica. “Per ‘bloccare’ il fenomeno – ha sottolineato Macchia – fondamentale è promuovere una nuova etica nel settore sanitario, più che puntare solo su atti repressivi. La sanità infatti – ha avvertito – è il settore a maggior rischio corruzione, perché è uno dei più ricchi ed anche perché è caratterizzato da una spesa meno rigida, molto puntata su beni e servizi”. Indicativo è però, ha concluso, “che dal 2005 la parola ‘etica’ sia sparita dal Piano sanitario nazionale”.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 23.01.2013