Luglio 31, 2012
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Oggi potrebbero essere tre volte di piu’ gli uomini malati di cancro alla prostata in stadio avanzato, se il test di screening del psa (antigene specifico della prostata) non fosse esistito. E’ questa la conclusione di uno studio dell’University of Rochester Medical Centre di New York, pubblicato sulla rivista ‘Cancer’, che confuta in qualche modo la decisione della “Us Preventive Services Task Force”, che lo scorso maggio ha sancito che i rischi di screening di massa sulla popolazione per questo antigene superano i possibili benefici.
Secondo la task force Usa infatti i risultati falsi-positivi del test fanno scattare un’ulteriore serie di analisi e trattamenti, spesso invasivi con possibili seri effetti collaterali, come incontinenza e disfunzioni erettili. Cosi’ la conclusione finale e’ stata che l’esame va deciso caso per caso, sulla base dei sintomi lamentati dall’uomo, e non fatto come screening di massa. Quest’ultimo studio ha invece analizzato i dati sull’incidenza di tumori alla prostata in fase avanzata nei primi anni ’80, prima cioe’ che il psa fosse introdotto. Il risultato e’ che il test ha significativamente migliorato la diagnosi precoce di un tumore che altrimenti si sarebbe diffuso anche ad altri organi. Secondo gli scienziati, se si fosse eliminato lo screening col psa, adesso si avrebbe il triplo di uomini con cancro allo stadio avanzato. I ricercatori stimano che circa 17mila americani ogni anno si salvano ed evitano che il loro cancro alla prostata peggiori proprio grazie al psa. ”E quasi tutti gli uomini con metastasi alla diagnosi – spiega Edward Messing, co-autore dello studio – morirebbero di cancro alla prostata”.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 30.07.2012
Luglio 27, 2012
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L’ITALIANO ANTONIO IAVARONE DA NEW YORK HA COORDINATO LA RICERCA
Una proteina che non esiste in condizioni normali, frutto del mix letale capace di scatenare il tumore, di alimentarlo e di legarlo a sè, rendendolo dipendente. Ma potrebbe anche diventare il tallone di Achille dei tumori: colpirla significherebbe colpire al cuore il cancro. Il meccanismo, descritto sulla rivista Science, è stato scoperto nel più aggressivo tumore del cervello, il glioblastoma, ma potrebbe essere alla base di molte altre forme di tumore. La scoperta, che promette di rivoluzionare la terapia rendendola sempre più personalizzata, è del gruppo della Columbia Univeristy di New York coordinato da uno dei più celebri “cervelli” italiani fuggiti all’estero, Antonio Iavarone e da Anna Lasorella. Hanno collaborato l’Istituto neurologico Besta di Milano, l’Università del Sannio e l’Università Cattolica. Per Iavarone la sperimentazione sull’uomo potrebbe essere vicina perchè il farmaco è già disponibile in quanto è utilizzato contro una forma di leucemia. Secondo gli autori dello studio, “si sta andando sempre più verso la possibilità di definire i tumori maligni come malattie genetiche e non come malattie legate a un organo – ha detto Iavarone – . Il loro tallone di Achile è adesso l’alterazione genetica che li causa e che può essere la stessa in tumori in organi diversi”. La “droga” dei tumori si chiama Fgfr-Tacc, dalle sigle delle due proteine che le danno origine, fondendosi. E’stata scoperta grazie all’algoritmo messo a punto dall’esperto di Bioinformatica Raul Rabadan, che ha permesso di analizzare la mappa del Dna del tumore.
di Enrica Battifoglia da LA SICILIA del 27.07.2012
Luglio 27, 2012
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VINCE GOOGLE SCIENCE FAIR, CHE PREMIA GENI IN ERBA
A 17 anni ha realizzato un’app che aiuta i medici a diagnosticare il cancro al seno. Per questo Google le ha assegnato il primo premio della ‘Science Fair’, la competizione annuale tra giovani cervelli promossa da Mountain View. Brittany Wenger, questo il nome della vincitrice, e’ stata selezionata nel gruppo di 30 finalisti provenienti da tutto il mondo. Grazie a questa app porta a casa una borsa di studio da 50 mila dollari, una serie di viaggi in importanti centri di ricerca come il Fermilab e il Cern ed una grande coppa assemblata con mattoncini di Lego.
L’app inventata da Brittany Wenger, originaria della Florida, si basa su un programma chiamato ‘neural network’, messo a punto dalla 17enne per riprodurre il funzionamento del cervello umano.
Partendo da un numero elevato di dati, l’applicazione rileva dei modelli complessi e restituisce una diagnosi grazie anche all’ausilio di un ago aspirante molto sottile. L’app di Brittany indovina la diagnosi nel 99% dei casi.
Insieme alla 17enne, sono stati premiati da Google anche altri quattro genietti in erba. Tra cui Jonah Kohn, originario di San Diego e vincitore nella categoria 13-14 anni: e’ riuscito a dimostrare come le vibrazioni applicate a diverse parti del corpo potrebbero aiutare i non udenti a godere dei piaceri della musica. Ma ci sono anche gli spagnoli Ivan Hervias Rodriguez, Marcos Ochoa e Sergio Pascual. Il loro progetto, in gara per la categoria 15-16 anni, e’ legato alle scienze ambientali: hanno documentato la presenza di microbi ed altre sostanze nocive nelle acque della costa nord-orientale della Spagna.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 26.07.2012
Luglio 24, 2012
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PROCESSO POTREBBE ESSERE PREVENUTO CON FARMACO EPATITE
Il tumore al seno si apre la strada verso le ossa spegnendo un gene fondamentale per il sistema immunitario. Lo ha scoperto uno studio australiano pubblicato dalla rivista Nature Medicine, secondo cui il processo potrebbe essere prevenuto usando un semplice farmaco gia’ in uso per l’epatite.
I ricercatori del Peter MacCallum Cancer Centre di Melbourne hanno studiato tessuti prelevati dai tumori ed esperimenti su topi scoprendo che in tutti i casi in cui il cancro si e’ esteso dal seno alle ossa un gene chiamato Irf7 e’ ‘spento’. Questo gene, spiegano gli autori, e’ legato alla produzione dell’interferone, una delle proteine piu’ importanti per il sistema immunitario: “Normalmente quando le cellule del tumore lasciano il seno e ‘viaggiano’ nel sangue fino al midollo osseo il rilascio dell’interferone dal gene Irf7 lo farebbe scoprire ed eliminare da parte del sistema immunitario – spiega Belinda Parker, uno degli autori dello studio – perdendo il gene invece le cellule si nascondono”. I ricercatori hanno individuato nelle cavie due modi per contrastatere il processo: “Possiamo ripristinare il gene soppresso nelle cellule tumorali – spiega Parker – oppure trattare i pazienti direttamente con l’interferone, che viene usato nella terapie dell’epatite. Ci vorranno due o tre anni per capire qual e’ la strategia migliore e iniziare gli studi sull’uomo”.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 23.07.2012
Luglio 12, 2012
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Arrivano i formaggi naturalmente arricchiti, e quelli a base di caglio vegetale, apprezzati sia dai vegetariani che dai musulmani. Queste innovative specialita’ casearie sono state messe a punto dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) – unità di Ricerca per la Zootecnia Estensiva di Bella (Potenza) e sono stati presentati all’interno del progetto NOVOROD che ha la finalità di innovaziore tutta la filiera lattiero-casearia bovina, contribuendone ad aumentare la competitivita’. I ricercatori Salvatore Claps e Lucia Sepe del CRA-ZOE sono impegnati nella ricerca di sistemi di allevamento meno intensivi e finalizzati a una “zootecnia da formaggio” in cui si valorizza l’animale e in particolare la razza Bruna e la Pezzata Rossa e alimenti come i foraggi e concentrati semplici in grado di arricchire naturalmente il formaggio di nutrienti importanti per l’alimentazione umana. In particolare, precisa Claps, ”i semi di lino sono in grado di aumentare il contenuto di acido linoleico coniugato (Cla), noto per le sue proprietà di prevenzione antitumorale, mentre la sansa di olive vergine denocciolata ha aumentato nei formaggi il contenuto in omega-3 e bilanciato meglio il rapporto tra omega-6 / omega-3 portandolo a un valore di 5,5 pressoché ideale”.
Il CRA-ZOE, annuncia poi Lucia Sepe, ha messo a punto un coagulante vegetale alternativo all’uso della pasta filante nella produzione dei prodotti caseari. “Questo risultato – continua Sepe – comporta che attraverso il caglio si fa innovazione della produzione casearia, poiché le caratteristiche dei formaggi prodotti sono differenti rispetto a quelli ottenuti da altri coagulanti, ed inoltre, per una fascia sempre più vasta di consumatori (vegetariani, musulmani, etc.) si apre la prospettiva di offrire dei prodotti che non siano in contrasto con i loro principi etici o religiosi”.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 11.07.2012
Luglio 12, 2012
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Smettere di fumare fa bene alla salute ma non alla linea: dire stop alla sigaretta comporta infatti un aumento di peso di quattro a cinque chili in media in un anno. E’ la conclusione di una ricerca portata avanti da esperti francesi e britannici e resa nota oggi. Analizzando i rusultati di 62 studi pubblicati sulla materia, i ricercatori hanno stabilito che l’aumento di peso si effettua soprattutto nei primi tre mesi dal momento in cui si e’ smesso di fumare: si prendono in media 1,1 kg nel primo mese, 2,3 kg nel secondo, 2,9 kg nel terzo. Quindi 4,2 kg al sesto mese e 4,7 kg in media alla fine dell’anno. Fino a questo studio, pubblicato sul British Medical Journal (BMJ), lo stop al fumo era stato associato ad un aumento di peso dei 2,9 kg in media ed i tempi di reazione del corpo non erano mai stati precisati. Il professore di psichiatria Henri-Jean Aubin, che lavora a Parigi, uno degli autori dello studio, ha comunque fatto notare che i dati variano molto da persona a persona. Allo scadere dell’anno ci sono persone che sono persino dimagrite e altre che sono ingrassate di 10 kg: ”e’ impossibile prevedere chi mettera’ su chili e chi invece li perdera”’, spiega Aubin, sottolineando che, nelle donne, ”l’ossessione della linea e’ spesso un ostacolo alla riduzione del tabacco”. Indipendentemente dai chili presi, non ci sono dubbi che rinunciare al fumo fa bene alla salute e questo studio lo conferma: ”smettere di fumare a 40 anni permette di guadagnare nove anni di vita”, ha notato il professor Aubin. Il tabacco e’ del resto la principale causa di morte prematura nel mondo con 5,1 milioni di vittime ogni anno, secondo i dati dell’OMS.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 11.07.2012