Aprile 5, 2012
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RICERCA SU TOPI PER PREVENIRE INSORGENZA MALATTIA
Bere un caffe’ dopo aver fatto ginnastica potrebbe aiutare a combattere il cancro alla pelle.
E’ quanto emerge da uno studio realizzato dalla Rutgers Ernest Mario School of Pharmacy del New Jersey, negli Stati Uniti, che ha mostrato come per prevenire l’insorgere di questa patologia sia efficace l’azione combinata di attivita’ fisica e caffeina.
Per arrivare a questa conclusione gli scienziati hanno analizzato il comportamento di due gruppi di topi. Il primo gruppo inizialmente ha svolto allenamenti servendosi di una ruota, il secondo ha bevuto bevande a base di caffeina ma solo quando le due azioni si sono combinate i risultati ottenuti sono stati migliori. I casi di cancro alla pelle sono infatti diminuiti del 92%. Il dottor Yao-Ping Lu, che ha svolto la ricerca, spiega: ”Abbiamo trovato che la combinazione tra attivita’ fisica e caffeina puo’ diminuire la formazione del cancro della pelle dovuto all’esposizione al sole nei topi. Crediamo che si possano applicare questi risultati agli esseri umani e anticipare che trarrebbero beneficio da questi due trattamenti combinati”.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 04.04.2012
Aprile 4, 2012
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STUDIO AUSTRALIANO SU 200mila ADULTI
Il lavoro sedentario? Nuoce gravemente la salute. A confermarlo un nuovo studio australiano secondo cui aggrava significativamente il rischio di morte. La ricerca e’ dell’Universita’ di Sydney, ed ha esaminato i tassi di mortalita’, nell’arco di tre anni di oltre 200 mila adulti di 45 anni e piu’. Risultato: le persone che dicono di restare sedute per almeno 11 ore al giorno hanno una probabilita’ del 40% maggiore di morire prima, rispetto a chi sta seduto meno di quattro ore al giorno. Lo studio, guidato dalla specialista di attivita’ fisica e salute Hidde van der Ploeg e pubblicato su Archives of Internal Medicine, suggerisce che interrompere i periodi seduti con attivita’ fisica leggera, come camminare o svolgere compiti fisicamente attivi, puo’ avere benefici importanti. Il gruppo di ricerca ha interrogato circa 200 mila persone fra il 2006 e il 2008 sullo stato di salute generale e su condizioni mediche, chiedendo se fumavano e quanto tempo trascorrevano ogni giorno seduti e facendo esercizio. Ha quindi rintracciato i defunti consultando per tre anni i registri di mortalita’. E’ emerso che il rischio aggiuntivo legato a lunghi periodi sedentari resta lo stesso, sia che la persona sia di peso normale o in sovrappeso, di quanto esercizio faccia, e se sia in buona salute o abbia problemi medici preesistenti.
Van der Ploeg spiega che restare seduti a lungo ha effetti negativi sui vasi sanguigni e sul metabolismo, poiche’ aumenta i grassi nel sangue e abbassa i livelli di colesterolo ‘buono’.
”Stando in piedi o camminando, i muscoli delle gambe lavorano costantemente per smaltire il glucosio e i grassi nel flusso sanguigno. Da seduti questo non avviene perche’ i muscoli non sono attivi”. La raccomandazione, per chi deve lavorare seduto a una scrivania, e’ di abituarsi a interrompere regolarmente il comportamento sedentario, ad esempio stare in piedi durante le telefonate o durante le riunioni, fare due passi ogni tanto e sgranchirsi le gambe e anche di bere molta acqua, per andare al bagno almeno quattro volte al giorno.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 04.03.2012
Aprile 3, 2012
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NEUROSTIMOLATORI E MICROPOMPE PER MIGLIORARE QUALITA’ VITA
Ogni anno vengono curati quattromila pazienti ed erogate fino a 130 mila prestazioni sanitarie per la terapia del dolore. Nel centro di riferimento regionale dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana, l’obiettivo e’ quello di ”curare il dolore a 360 gradi, utilizzando le tecnologie piu’ avanzate”, come riferisce Paolo Poli, primario della U.O.C. della struttura pisana, dove domani fara’ tappa la campagna promossa dall’associazione ‘vivere senza dolore’ per sensibilizzare sui contenuti della legge 38/2010. ”Dei pazienti che arrivano nella nostra struttura, il 30% e’ composto da malati oncologici – aggiunge Poli – e il restante 70% soffre di patologie non oncologiche, sui quali, quando e’ necessario, interveniamo impiantando neurostimolatori collegati a pacemaker o micropompe per il rilascio graduale di farmaci anti dolore”.
Per i pazienti oncologici non ci sono liste d’attesa, per gli altri, la struttura prevede un tempo di attesa massimo di una settimana. ”Abbiamo avuto un’amministrazione illuminata che ha capito l’importanza e la necessita’ di avere un reparto di Terapia del dolore valida – prosegue il primario – . Grazie a questa sensibilita’ abbiamo potuto aiutare migliaia di pazienti”.
Uno dei casi che Poli ricorda, tra gli altri, e’ quello di una giovane donna colpita da una patologia rara, la Cprs che le causava un violento dolore ad un braccio anche per un solo soffio di vento. Alla signora e’ stato impiantato un neurostimolatore nella colonna vertebrale che ha eliminato il dolore. La stessa donna, a causa di un incidente, anni dopo e’ ritornata nell’ospedale pisano con la stessa patologia che le procurava dolore all’altro braccio. Anche in questo caso, i medici sono riusciti a guarirla ed assicurarle una buona qualita’ di vita.
da ANSA.IT Salute&Benessere del 02.04.2012