A tavola meglio prodotti a km zero

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Il benessere a tavola cresce con un regime alimentare ricco il più possibile di prodotti tipici locali, freschi e a km0. A dirlo è il nutrizionista e dietologo Giorgio Calabrese, intervenuto al convegno Alimentazione, salute e territorio, promosso nell’ambio del progetto “Sapere i Sapori” ideato dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura del Lazio in collaborazione con la Coldiretti Lazio. Secondo Calabrese “ciò che arriva da lontano, e in generale lo stile alimentare globalizzato, deve essere l’eccezione, non può essere la normalità. La normalità è la tavola a Km0, che da una parte preserva l’identità culturale della tradizione gastronomica e dall’altra attiva un circuito economico di produzioni di qualità e di prossimità. La vera sfida è portare a tavola un prodotto sano, tracciabile e a prezzi corretti sia per il consumatore che per il produttore”.

“L’etichetta dei prodotti agroalimentari, ha aggiunto Calabrese, è un elemento fondante. Chi mette in campo un prodotto deve non solo prendersene la responsabilità, ma esserne orgoglioso”.

 

da Giornale di Sicilia – Speciale cura e prevenzione – del 31.01.2012

 

Troppo sale ai bambini, già a 6 mesi si impara a esagerare.

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SPESSO GENITORI NON CONSAPEVOLI DI QUANTO SALE DANNO AI FIGLI

L’abitudine ad aggiungere troppo sale nei piatti nasce molto presto, a partire dai sei mesi di età. Una nuova ricerca, condotta dai ricercatori del Monnel Chemical Sense Center di Philadelphia, dimostra come la preferenza verso cibi con una elevata quantità di sodio nasca quando i bambini non dovrebbero includere l’aggiunta di sale nei cibi. “Il sale non è solo quello che si sparge sui piatti ritenuti insipidi”, spiega Gary Beuchamp, biologo del comportamento e direttore dell’indagine sulle abitudini alimentari di sessantuno bambini monitorati dai 2 mesi ai 4 anni di età, “Spesso i genitori non sanno neanche che i cibi per i loro bambini contengono sale e che indurranno i piccoli a sviluppare la preferenza per cibi salati, come quelli che contengono amido, dai crackers al pane ai cereali per la colazione, generalmente addizionati di sale. Questo rende facilmente sensibile il loro palato al cloruro di sodio, che ha un sapore gradevole e li indurrà a consumare più sale del necessario in età scolare e da adulti”. Nella indagine ad una parte dei bambini molto piccoli è stata somministrata acqua con percentuali diverse di sale e sono state registrate le abitudini alimentari impartite dai genitori con il passare dei mesi.
Osservando gli stessi bambini a 4 anni di età si è scoperto che quelli che erano stati sottoposti a bevande più saporite consumavano molti più cibi addizionati di sale rispetto agli altri che invece non le avevano bevute. I bambini che non avevano bevuto acqua addizionata di sale e non avevano mangiato cibi salati, al contrario, consumavano più frutta a merenda e a colazione rispetto agli altri. Sottolinea il dottor Beuchamp: “Il sale è una fonte importante di sodio, che è un nutriente fondamentale per la vita e si assume solo con l’alimentazione, ma il consumo esagerato è correlato con l’ipertensione e altre patologie cardiocircolatorie. I nostri dati evidenziano che, se si vuole ridurre il consumo di sale nella popolazione, è importante cominciare fin da piccoli perché i bambini sono molto vulnerabili ai sapori ed è durante l’infanzia che si acquisiscono le preferenze. Ricerche precedenti hanno più volte dimostrato che in età adulta si tende a consumare il doppio del sale necessario all’organismo. Si aggiunge sale nei cibi che contengono amido, nei cereali per la colazione, nell’acqua di cottura della pasta, nei sughi, nei secondi piatti, negli alimenti conservati, nei dolci, nelle salse”.
“I genitori dovrebbero controllare attentamente la quantità di sale contenuta nei cibi e nelle bevande destinati ai loro bambini” precisa Lesile Stein, ricercatrice della Monnel Center che ha condotto la ricerca, pubblicata sull’ultimo numero dell’American Journal of Clinical Nutrition. La National Academy of Sciences raccomanda, per i bambini dai 6 ai 12 mesi di età, di non superare i 375 milligrammi totali di sodio al giorno.
Secondo i dati riportati nelle ultime linee guida sul sale dell’Inran (Istituto nazionale ricerca sugli alimenti italiano) ogni grammo di sale contiene circa 0,4 g di sodio. In condizioni normali il nostro organismo elimina giornalmente da 0,1 a 0,6 g di sodio. E’ questa la quantità da reintegrare con la dieta e non è necessaria l’aggiunta di sale ai cibi perché già il sodio contenuto negli alimenti è sufficiente a coprire il fabbisogno.
Solo in condizioni di sudorazione estrema e prolungata la necessità può aumentare. Ogni giorno un italiano adulto, fa sapere l’Inran, ingerisce in media circa 10 g di sale (cioè 4 g di sodio), quasi dieci volte di più di quello fisiologicamente necessario. 

da ANSA.IT SALUTE&BENESSERE del 24.01.2012

Cresce la Lega contro i tumori

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La sezione provinciale della Lega Italiana per la lotta contro i tumori allarga, per questo 2012, i suoi orizzonti operativi, supportata dai confortanti risultati del 2011e dal sempre più coinvolgimento di volontari. Del recente passato e dell’immediato futuro ne parliamo con il presidente, la dott.ssa Teresa fattori, e con il direttore sanitario, dott. Giuseppe Smecca, due soggetti che quotidianamente, si spendono, in silenzio, per la prevenzione del terribile male, con iniziative che toccano l’intero territorio ibleo. “L’anno da poco archiviato - dice Teresa fattori – ha fatto registrare l’adesione alla LILT di oltre mille persone che, con il loro contributo ci hanno permesso di allargare la nostra attività, occupandoci oltre che dell’aspetto squisitamente sanitario, anche dell’aspetto psicologico e assistenziale”. “Nel corso del 2011 – aggiunge il dott. Giuseppe Smecca – sono state visitate, gratuitamente, presso le nostre strutture, 1500 persone e 224 di queste hanno effettuato ecografie mammarie e tiroidee; ed è aumentato il numero di medici che prestano gratuitamente la loro opera”. Il 2012 cosa prevede? “Intanto abbiamo riaperto - dice Teresa Fattori – l’ambulatorio di Acate, in Via V. Veneto; e così abbiamo ambulatori in 10 dei 12 Comuni; non siamo presenti soltanto a Comiso e Santa Croce, ma speriamo di colmare al più presto tale carenza. E dobbiamo sottolineare il determinante supporto della Banca Agricola Popolare nella gestione dei vari ambulatori. Abbiamo, da poco, inaugurato un servizio di prevenzione del tumore al cavo orofaringeo (curato dal dott. Corrado Toro) e stiamo incrementando l’attività di educazione alimentare, grazie alla disponibilità della dott.ssa Rita Fidelio; e poi, in occasione della tradizionale “settimana della prevenzione oncologica” organizzeremo un seminario sulla dieta mediterranea che vedrà presenti illustri studiosi; a maggio rinnoveremo l’appuntamento di “Bimbi in bici”, con la collaborazione della Federazione amatori ciclisti; quanto prima infine apriremo un ambulatorio per i pazienti siciliani (attualmente costretti a recarsi a Milano) affetti da un raro tumore della pelle, chiamato “sarcoma di kaposi”; se ne occuperà, volontariamente, il dott. Riccardo Gafà”. Pariliamo dello “sportello oncologico”:“Attualmente - dice il dott. Smecca, che ne è il coordinatore – ne esistono tre: uno presso la sede provinciale Lilt, in via Ottaviano a Ibla, uno preso la Cisl, in Piazza Ancione, sempre nel capoluogo, uno all’ingresso dell’ospedale “Maggiore” di Modica. Quanto prima speriamo di aprirne altri due: a Scicli e a Ispica. Gli “sportelli” sono gestiti da volontari e forniscono importanti informazioni di vario genere ai familiari di soggetti affetti da tumori”.

di Giovanni Pluchino da LA SICILIA del 18.01.2012

Far ridere è un’arte: nasce la scuola per clown dottori.

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OBIETTIVO: UMANIZZARE OSPEDALI PEDIATRICI.

Far ridere è un’arte, far ridere i bambini ospedalizzati lo è ancora di più. Ma è un’arte difficile, che non può lasciare spazio all’improvvisazione e richiede, impegno, conoscenze, tecnica. Per questo è nata la Scuola Europea di Alta Formazione per clown dottori, operatori della salute ed insegnanti, che si propone di costituire “un qualificato punto di riferimento per la formazione inerente all’umanizzazione dei contesti sociosanitari“.
Si tratta di corsi tenuti, a partire da domani, dalla Scuola “Norman Cousins”, che ha la sua base ad Orvieto, presso la Comunità Ospitale “La Terra del Sorriso” ma svolge la sua attività in tutta Italia e all’estero. La Scuola – che ha un Comitato Scientifico ed un corpo di formatori seniores con oltre sei anni di esperienza – opera secondo tre percorsi, rivolgendosi a quanti aspirano a divenire Clown Dottori, poi agli operatori socio-sanitari (medici, infermieri, psicologi, terapisti della riabilitazione, assistenti di base) e infine agli insegnanti di ogni ordine e grado. Ogni indirizzo è suddiviso in moduli, moduli integrativi e laboratori.
In particolare, la Scuola per Clown Dottori si articola in 640 ore (per lo più nei fine settimana, con la cadenza di due week-end al mese) ed abilita alla professione di “gelotologo”, ossia comico terapeuta. I primi corsi di questo indirizzo avranno inizio il 14 gennaio e si concluderanno il 16 giugno 2013.

 

da ANSA.IT SALUTE&BENESSERE del 13.01.2012

 

 

La LILT di Ragusa ringrazia…..

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La Sezione Provinciale della LILT di Ragusa, in occasione delle recenti festività  natalizie, ha proposto ad alcuni Club Service ed Associazioni l’utilizzo di un proprio gadget per omaggiare gli iscritti. Grazie alla sensibilità dimostrata dai vari Presidenti, hanno accettato la FIDAPA di Ragusa, Modica, Vittoria e Comiso, i LIONS CLUBS di Ragusa Monti Iblei, Modica e Scicli, l’AMNI di Ragusa e la Federazione Italiana Gioco Calcio. Nel corso delle varie conviviali, sono stati distribuiti dei torroncini, un prodotto dolciario locale, che vede tra i suoi ingredienti elementi di alto valore nutritivo, come le mandorle ed il miele. Una scelta dettata dalla valorizzazione del tesoro culturale costituito dalla tradizione dolciaria iblea, in linea con la Dieta Mediterranea. Il ricavato verrà utilizzato per le attività di prevenzione oncologica e per una maggiore diffusione dello Sportello Oncologico della LILT. 

Fumo: ministero salute, cala vendite “bionde”, -2,4% nel 2010.

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A 7 ANNI LEGGE SIRCHIA; RESTA PRIMA CAUSA MORTALITA’ PREVEDIBILE.

Calano le vendite di ‘bionde’ in Italia: nel corso del 2010 si stima infatti che le vendite di sigarette si siano ridotte del 2,4%, rispetto al 2009, quasi 1 pacchetto in meno al mese acquistato da ciascun fumatore. Per la prima volta dal 1997, le vendite sono scese sotto la soglia dei 90 milioni di kg. E’ questo uno degli effetti a sette anni dall’entrata in vigore della legge 3/2003 per la ‘tutela della salute dei non fumatori’, la cosiddetta ‘legge Sorchia’. Il bilancio e’ contenuto nel ‘Rapporto anno 2011 – Attivita’ per la prevenzione del tabagismo’ del ministero della Salute.
Anche se negli ultimi 50 anni si è assistito in Italia, come in tutto il mondo occidentale, ad una graduale diminuzione dei fumatori, si sottolinea nel Rapporto, ”nel nostro Paese il fumo attivo rimane la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile”. Secondo dati ISTAT, su 52 mln di abitanti con età superiore ai 14 anni, i fumatori in Italia sono circa 11,6 mln (22,3%) di cui 7,1 mln di uomini (28.4%) e 4,5 mln di donne (16.6%). Nel 2003, prima della legge 3/2003, la prevalenza dei fumatori era del 23,8% (31% gli uomini e 17,4% le donne) con un calo complessivo dell’6,3% (-8,4% gli uomini e -4,6% le donne).
E’ da 7 anni, quindi, sottolinea il ministero, che ”il numero di fumatori in Italia oscilla intorno a valori compresi tra il 22% e il 23%, senza che si riesca ad ottenere una riduzione più significativa”. Tuttavia, la diminuzione delle vendite di sigarette è pari a circa il 12% in meno rispetto al 2004.
Nell’ultimo anno, pero’, si registra un ”ulteriore notevole aumento (+29.5%) delle vendite del tabacco trinciato (per le sigarette “fai da te”: RYO – Roll Your Own), le cui vendite sono più che triplicate (+204%) dal 2004”.
Il tabacco, si rileva nel Rapporto, ”provoca più decessi di alcol, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme” e l’Oms ha definito il fumo di tabacco come “la più grande minaccia per la salute nella Regione Europea”. Nel mondo i fumatori sono 650 mln e i morti a causa del fumo sono 5.4 mln ogni anno. Si stima che nel 2030 saranno 8 mln. Nel 20° secolo 100 milioni di persone sono morte a causa del fumo; nel 21° secolo si stima ne moriranno 1 miliardo. In Italia, si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70.000 alle 83.000 morti l’anno. Oltre il 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età.

(da ANSA.IT dell’11.01.2012)

 

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