STUDI SULLA TIROIDE.
Dicembre 21, 2011 principale Comments Off
UNA MOLECOLA CHE MUTA: COSI’ SI DIFFONDE QUEL CANCRO.
In un momento in cui in Sicilia si registra un drastico aumento dei tumori alla tiroide, con un’incidenza del 22% nelle donne (ben cinque punti in più rispetto alla media nazionale), un gruppo di ricercatori del Policlinico di Palermo, guidati dalla professoressa in endocrinologia Carla Giordano, ha messo a segno un’importante scoperta: definire quali sono gli effetti di una mutazione molecolare nei casi di carcinoma papillare. “Si tratta di un passo avanti nello studio della mutazione Braf conosciuta dal 2003 – esordisce la docente – Si sapeva della sua esistenza, ma non quali conseguenze avesse. Noi abbiamo scoperto che da questa mutazione dipende una maggiore tendenza del tumore ad invadere i linfonodi, dunque a dare metastasi a distanza, soprattutto nel collo e nei polmoni”. Anche se si tratta di micro carcinomi, tumori cioè al di sotto di un centimetro. “Ciò significa – continua la Giordano – che pure i piccoli tumori hanno caratteristiche di crescita neoplastica molto aggressiva e perciò la pericolosità non dipende dalle dimensioni del carcinoma, quanto piuttosto dal tipo di alterazioni genetiche che presenta”. E in Sicilia quello del tumore alla tiroide è un trend da tenere sotto controllo. Secondo gli ultimi dati, infatti, da vent’anni a questa parte ne è aumentata l’incidenza più delle altre patologie e, per ordine di frequenza, nelle donne si è passati dal 14° al 7° posto. Nell’isola, inoltre, mentre tra gli uomini ad avere sviluppato un tumore alla tiroide è il 5%, in linea con la media nazionale; tra le donne ne è affetto il 22%, rispetto alla media italiana pari al 17%. “L’importanza della scoperta fatta con il mio gruppo di ricerca, composto da medici che operano in laboratorio, biotecnologi, dottorandi, chirurghi e anatomopatologi del Policlinico, - conclude la professoressa Giorano - è quella di aprire alla possibilità di nuove terapie genetiche nella cura del tumore tiroideo”.
(di Paola Pizzo dal Giornale di Sicilia del 21.12.2011)